A proposito dell’ ultimo Consiglio Comunale
Durante l’ultimo consiglio comunale abbiamo assistito ad un fenomeno di allarmante disprezzo di tutti gli strumenti del dibattito democratico, mostrato da parte dell’attuale giunta e di molti dei consiglieri di maggioranza che la sostengono.
Innanzitutto riteniamo doveroso stigmatizzare l’atteggiamento di maleducata riluttanza ad ascoltare senza interrompere (cosa avvenuta purtroppo a più riprese da parte della maggioranza) le critiche, presentate, con rigore logico e senza faziosità, dai consiglieri di opposizione del gruppo Villasanta Civica, latori di un’interrogazione sul tema della segnalazione all’ Autorità Nazionale Anticorruzione della cooperativa La Speranza e di una mozione sulla più recente delibera del consiglio comunale, riguardante la variante al PGT.
È stato soprattutto spiacevole constatare come, per l’ennesima volta, l’attuale giunta non abbia saputo cogliere la preziosa occasione di dialogo, offerta, pur nelle differenze sulla visione politica, da parte dei nostri consiglieri.
Ed è tanto più preoccupante che, nonostante i ripetuti tentativi dell’opposizione di stimolare i propri avversari ad un confronto diretto, ma leale, molti di essi abbiano preferito trincerarsi in un contegnoso silenzio; chi ha potuto assistere alla scena si è così dovuto accontentare delle poche, deboli, e perlopiù imprecise parole di difesa pronunciate da parte del consigliere Galli; degli ottusi e ridicoli tentativi, avvenuti a più riprese da parte degli assessori competenti (Sormani e Garatti in testa) di ridurre ad un mero refuso, del quale addossare la colpa al tecnico comunale, l’appunto, di evidente contenuto politico, “per salvare WWF e le lega ambiente”, riportato erroneamente sul documento di sintesi della variante in questione.
Insomma è a nostro parere giunto il tempo di cambiare aria, perché affidare l’amministrazione del nostro paese a chi ritiene che il dibattito consiliare e la dialettica politica siano “tanto rumore per nulla” ( Sormani), non potrà portare che ad un incremento sempre più profondo di quel penoso senso di abbandono il quale, come cittadini, ci sentiamo tutti addosso.
Francesco Galimberti